Dubbi delle neo-mamme
Devo seguire una dieta speciale?
La dieta va variata con assunzione moderata dei vari alimenti e bevande. Infatti l’importanza di una dieta speciale, come prerequisito per una buona produzione di latte, va smitizzata. Ogni donna può costruire la dieta ideale per lei e per il suo bambino in base alla tolleranza individuale. Non è documentato con certezza l’effetto galattogogo di alcun cibo (per es. la birra) o liquido. La dieta vegana implica possibili carenze vitaminiche (per es. vitamina B 12), quindi madre e/o a bambino vanno supplementati.
Possono avere una scarsa, ma reversibile, produzione di latte le donne disidratate, con febbre o in assetamento volontario (bere “tanto” al contrario non aiuta a incrementare la produzione di latte), quelle gravemente malnutrite o a digiuno volontario o sottoposte a diete di eliminazione troppo restrittive rispetto alle loro precedenti abitudini alimentari. In conclusione, per la donna che allatta non sono necessarie supplementazioni nutrizionali di routine.
Devo escludere dalla dieta alimenti allergenici?
In età pediatrica le malattie allergiche (asma allergico, eczema, rinite allergica, allergia alimentare) sono comuni e per giunta in notevole aumento. L’esclusione dalla dieta materna durante la gravidanza e l’allattamento di alimenti altamente allergenici (soia, latte vaccino, uova, arachidi, cereali, pesce, crostacei, frutta a guscio, sedano, senape, sesamo, molluschi, lupini, anidride solforosa) non risulta efficace per prevenire l’allergia e quindi non è raccomandata. Il latte materno è un liquido immunologicamente attivo capace di dare al sistema immunitario del bambino allattato segnali di segno opposto, sia in termini di “sedazione”, che di stimolazione della risposta allergica. I meccanismi non sono del tutto noti, ma questo effetto duale potrebbe almeno in parte spiegare perché gli studi portino a risultati controversi, da una protezione dell’allattamento al seno sulle malattie allergiche, a un effetto nullo, fino all’incremento delle allergie. E’ verosimile che ciò sia dovuto alla combinazione di più fattori, quali la costituzione atopica, il livello socio-economico, i diversi livelli di inquinamento ambientale, le modalità di alimentazione ed in particolare di allattamento.
La meta-analisi di Lodge mostra come l’allattamento al seno protegga in misura diversa dall’asma (fra i 5 ed i 18 anni), eczema (≤2 anni), rinite allergica (≤5 anni), ma non dalle allergie alimentari. In definitiva, l’allattamento al seno, in particolare quello esclusivo, viene incluso a pieno titolo nella strategia di prevenzione delle malattie allergiche.
Se mangio cibo che provoca aerofagia, il bambino avrà coliche gassose?
Una credenza abbastanza comune sull’allattamento è che se le madri mangiano cibi che producono in lei gas (aria), come per esempio broccoli o cavoli, il bambino avrà coliche gassose. È vero? No. Il gas (aria) non può passare dal tratto intestinale della madre nel suo sangue e depositarsi nel seno pronto da bere per il suo bambino. Per contro, quando il cibo è digerito, alcune delle molecole entrano nel sangue e possono poi passare nel latte materno. Alcuni bambini possono essere sensibili a particolari proteine e reagire con coliche gassose e agitazione. Se un bambino ha una reazione evidente ogni volta che la madre mangia un certo cibo, lei può eliminare quel cibo dalla sua dieta, ma è importante ricordare che, per molti bambini agitati e sofferenti di coliche gassose, il problema deriva più spesso da altre motivazioni piuttosto che dal latte materno. Reazioni allergiche alle sostanze presenti nel latte materno possono anche comparire come problemi intestinali oltre che di pelle e/o respiratori.
Detto tutto questo, la madre che allatta dovrebbe generalmente sentirsi libera di mangiare qualsiasi cosa le piaccia ed essere sicura che la stragrande maggioranza dei bambini non ha alcun problema con le proteine dei cibi.