Cosa succede se mangiamo di più in tarda serata o nelle prime ore della notte?
Relazione tra ripartizione dei pasti nella giornata e livelli di colesterolo nel sangue.
È già stato dimostrato quanto il ritmo circadiano influisca sull’assorbimento e sull’utilizzo dei nutrienti. Infatti, chi abitualmente consuma il pasto serale nelle ore più tarde o addirittura di notte (come accade per esempio ai turnisti) è a maggior rischio di sovrappeso/obesità.
Una ricerca condotta in Taiwan ha focalizzato l’attenzione sulle ricadute metaboliche, della ripartizione dei pasti nell’arco della giornata. Si è rilevata un’associazione tra livelli di colesterolo totale e colesterolo LDL e abitudine ad assumere più cibo oltre le 20.30.
In particolare, gli autori hanno stimato che per ogni 100 kcal in meno assunte nelle ultime ore della giornata e consumate in più a pranzo o nel pomeriggio, corrispondeva una riduzione dei valori della colesterolemia LDL.
Tale associazione è risultata indipendente dal BMI, indice che mette in relazione il peso con l’altezza; quindi anche coloro che hanno un peso nella norma non devono cedere ai peccati di gola delle ore serali e/o notturne.
L’analisi della composizione in macronutrienti dei pasti ha permesso di evidenziare come la stessa correlazione sia significativa anche considerando la sola assunzione di grassi.
Secondo i ricercatori l’incremento della colesterolemia dipenderebbe dai meccanismi, che regolano il metabolismo del colesterolo. Sembra infatti che, durante le ore notturne, l’assorbimento intestinale dei grassi aumenti; nelle tarde ore serali e durante la notte aumenta anche la sintesi di colesterolo da parte del fegato, che dipende a sua volta dai grassi assorbiti.
In conclusione, assumere più cibo e soprattutto più grassi troppo tardi la sera o nelle prime ore notturne, potrebbe favorire la comparsa di un iperlipidemia, anche nei soggetti normopeso.