Frutto di stagione
Che cos’è
La melagrana (o melograna) è il frutto del melograno (Punica granatum L.), pianta che, dall’Asia centrale (tra Iran e Himalaya), si è diffusa ormai in tutte le aree a clima prevalentemente secco (non arido). Resistente alla stagione più calda, ma anche a temperature fino a -10°C, la pianta è nota anche per una varietà nana, di impiego esclusivamente ornamentale. I frutti maturano tra tardo autunno e inverno. Si tratta di bacche grandi e robuste, che secondo la varietà contengono 600 o più semi (gli arilli). Ogni seme è circondato da una polpa colorata (dal bianco al rosso rubino) ed è separato dagli altri da una membrana giallognola resistente, detta cica. La polpa è profumata con un gusto che, secondo le specie, può tendere all’acidulo, piuttosto che al dolce.
Che cosa contiene
Della melagrana (o melograna) oggi in genere si consumano i semi e la polpa tal quali, oppure il succo, molto gradevole o, infine, l’olio. Sappiamo che i semi e la polpa apportano buone quantità di polifenoli (tannini e flavonoidi), di vitamine (vitamina C prima di tutto), fibre, zuccheri e minerali (potassio soprattutto).
Nella tradizione, inoltre, sono noti gli impieghi dei fiori di melograno e delle scorze delle bacche. Molto apprezzate infatti erano le proprietà astringenti dei tannini (ad alta concentrazione nelle scorze) e quelle antinfiammatorie degli infusi ottenuti dai fiori, impiegati nelle patologie del cavo orale; mentre il consumo di semi era consigliato per l’effetto blandamente diuretico.
Che cosa bisogna sapere
La corteccia di melograno contiene alcaloidi. Il suo uso tradizionale come vermifugo si deve proprio alle proprietà neurotossiche di queste sostanze, che per questo sono pericolose per l’uomo.
La ricerca attuale è molto focalizzata sui polifenoli di origine alimentare. Per questo intende inquadrare anche il possibile ruolo di flavonoidi e tannini del melograno nel controllo dell’infiammazione cronica di basso grado, considerata oggi il denominatore comune delle principali patologie croniche.
Fonte: Nutrition Foundation of Italy