Pizza con asparagi, stracciatella, rucola, prosciutto crudo, pesto di noci e curcuma
Focus sull’asparago
Il termine asparago risale al persiano “asparag”, cioè germoglio. La pianta è una Liliacea, apparentata quindi con cipolle, aglio, porri. Gli asparagi coltivati, appartenenti alla specie Asparagus officinalis, sono diffusi in tutto il mondo. Da citare alcune varietà pregiate italiane: l’asparago verde di Altedo (Bologna), l’asparago violetto (Albenga) ricco di antociani, l’asparago rosa di Mezzago (Monza) e quello bianco. Al Centro-Sud troviamo l’Asparagus acutifolius, selvatico, e la varietà violetta campana. Infine, popolare è l’asparagina, che identifica i germogli degli asparagi selvatici.
Che cosa contengono
Gli asparagi forniscono fibre insolubili e solubili: entrambe concorrono al mantenimento della funzionalità intestinale e alla proliferazione intestinale di Bifidobatteri e Lattobacilli. Folati e vitamina C favoriscono invece l’assorbimento del ferro. Buono è anche il contenuto di antiossidanti: vitamine C ed E, glutatione, quercetina, kampferolo e, nelle varietà violette e rosa, antociani; ottimo è inoltre l’apporto di potassio, calcio e fosforo. Da segnalare anche la rutina, nota per la difesa della parete capillare. Versatili in cucina, ma poco calorici, gli asparagi sono un’ottima risorsa anche per un’alimentazione equilibrata e gustosa.
Che cosa bisogna sapere
Gli asparagi, in quanto Liliacee, non possono essere consumati da chi non tollera aglio, cipolla e porri. Il contenuto di purine è medio (50-100 mg/100 g) e sconsiglia il consumo di queste verdure nelle persone che soffrono di iperuricemia, di calcolosi renale da acido urico, o di gotta. L’odore pungente assunto dalle urine dopo il consumo di asparagi è il prodotto del metabolismo di un aminoacido, l’asparagina, che produce N-metilurea e composti solforati.