Zuppa di fave con finocchio gratinato al pecorino
Fagioli, ceci, lenticchie, soia, fave, piselli, cicerchie vengono coltivati e consumati fin dalla preistoria e sono parte integrante dell’alimentazione “tradizionale” in diverse realtà locali.
Analizzando tabelle ISTAT sul consumo di legumi per regione, si nota che vanno per la maggiore nelle regioni meridionali, ma in generale gli italiani, salvo alcune eccezioni, non consumano legumi a sufficienza.
Promuovere il consumo di legumi significa promuovere la salute. Infatti i loro effetti positivi sono sempre più consolidati. I nutrienti e i composti bioattivi contenuti in questi piccoli gioielli commestibili hanno effetti preventivi nei confronti delle malattie del XXI secolo: le malattie cronico-degenerative, tra cui le malattie cardiovascolari e il diabete. È importante, inoltre, il loro ruolo nella capacità di gestione del peso corporeo e per la corretta funzione intestinale.
Passiamo all’identikit di uno dei legumi più diffusi in Italia: le fave.
Si tratta di semi ovali e piatti di dimensioni e colori differenti a seconda della varietà, dal tipico verde-giallastro della Baggiana al violaceo della Reina mora.
I semi sono contenuti in baccelli lineari lunghi fino a 30 cm, che maturano tra maggio e giugno, ma alcune varietà precoci già ad aprile. Si possono consumare fresche nel periodo di raccolta oppure si trovano in commercio secche, in scatola e surgelate.
Le fave contengono elevate percentuali di carboidrati e proteine, vitamine (in particolare vitamina C, vitamina A e vitamine del gruppo B) e minerali, soprattutto ferro, calcio e fosforo.
Da non sottovalutare è la presenza positiva di isoflavoni, steroli vegetali e levodopa.
Quest’ultima è la medesima sostanza chimica contenuta nei farmaci per il trattamento del morbo di Parkinson. Per tale motivo i malati di Parkinson dovrebbero controllare con il proprio medico l’assunzione di questo legume per non incorrere in sovra o sotto dosaggi. Attenzione al consumo eccessivo anche per coloro che fanno uso di farmaci anti-MAO. Come sempre paga la regola dell’equilibrio.
Alcuni purtroppo non possono godere dei benefici di questo legume perché presentano il favismo, un’intolleranza nei confronti di alcune molecole. Tale patologia è diffusa in particolari aree geografiche e, nel nostro Paese, soprattutto in Sardegna e in altre popolazioni del bacino del Mediterraneo.
Fonti
Nutrition Foundation of Italy, AP&B Alimentazione, Prevenzione & Benessere n. 9 – Novembre 2016
Kathrynne Holden, Fave, Levodopa e Malattia di Parkinson (MdP), 2001